I 10 ciclisti più forti della storia
Ogni classifica che preveda un giudizio soggettivo è per definizione opinabile e a maggior ragione quando si parla di grandissimi corridori che hanno fatto la storia del ciclismo.
Sceglierne solo 10 tra tutti quelli che hanno scritto pagine memorabili, che hanno scolpito a suon di battaglie su montagne mitologiche il loro nome nelle grandi corse a tappe, che hanno fatto incetta di classiche, trionfato nelle competizioni iridate, è davvero un’impresa.
Era doveroso fare una premessa del genere perché fare torto a fuoriclasse del calibro di Louison Bobet, Greg LeMond, Alberto Contador, Francesco Moser, Laurent Fignon, Jan Ullrich e molti altri non è stato affatto semplice.
Andiamo a vedere dunque questa classifica partendo dalla decima posizione.
10. Marco Pantani, Italia (1970 – 2004)
Forse non dovrebbe essere presente in una classifica così ristretta, soprattutto perché vi sono inseriti plurivincitori sia del Giro che del Tour, tuttavia Marco Pantani è stato tra i pochi ciclisti della storia ad entusiasmare folle di ogni parte d’Europa ed essere amato ovunque.

Con le sue azioni poderose, il suo incedere esplosivo e ritmico, la sua bandana gialla, è stato l’archetipo dello scalatore moderno. Ha vinto in carriera un Giro d’Italia e un Tour de France, nello stesso anno tra l’altro, come solo un ristretto numero di campioni. Era introverso e amava dipingere, fu trovato morto in circostanze misteriose in una stanza di un motel a soli 34 anni.
9. Alfredo Binda, Italia (1902 – 1986)
Ha vinto in carriera ben 5 Giri d’Italia, tre campionati iridati su strada e svariate classiche. Talmente netta la sua superiorità al Giro, ove soleva vincere non solo la classifica generale ma un numero elevatissimo di tappe, che nel 1930 fu pagato per non correre dagli organizzatori, che in tal modo speravano di poter ridare slancio ad una corsa fin troppo ‘monotona’.
In quello stesso anno partecipò al Tour in un’edizione molto controversa. Vinse piuttosto agevolmente alcune tappe ma aveva le potenzialità per primeggiare nella classifica finale cosa che, pare, in accordo con la direzione gara, decise di non fare.
8. Chris Froome, Gran Bretagna (1985)
Ciclista britannico di origini africane, l’unico tra quelli ancora in attività, ha già vinto in carriera 3 Tour de France, oltre ad essere arrivato secondo ad un quarto Tour (dietro il connazionale Bradley Wiggins).
Ha tentato più volte l’accoppiata con la Vuelta, ma nella corsa a tappe spagnola è giunto 3 volte secondo. Protagonista di un fatto curioso al Tour del 2016 allorchè sul Mount Ventoux, complice un mezzo televisivo, cadde quando era in testa e fu costretto a proseguire prima a piedi e poi su una bici troppo piccola per la sua stazza, la direzione gara però congelò la classifica consentendogli di rimanere in giallo.
7. Felice Gimondi, Italia (1942)
Uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi che probabilmente meriterebbe di stare ancora più avanti in classifica perché le pur eccezionali vittorie sarebbero stato molte di più e molto più prestigiose se sul suo cammino non si fosse contrapposto il più grande di tutti, il ‘cannibale’ Merckx.
Gimondi vinse tutte e 3 le grandi corse a tappe (primeggiando 3 volte al Giro più altri 6 podi che lo rendono recordman assoluto in questo senso), vinse diverse classiche e soprattutto epica è la sua vittoria al Mondiale del 1973, dove sbaragliò tanti fenomeni tra cui lo stesso Merckx.
6. Miguel Indurain, Spagna (1964)
Uno dei più grandi passisti-scalatori di sempre e un formidabile cronoman. Ha vinto più di 111 gare in carriera, tra cui, a cronometro, un campionato del mondo e un alloro olimpico.
Straordinaria l’impresa che lo portò a conquistare 5 Tour consecutivi (unico a riuscirvi) e ben due accoppiate Giro-Tour.


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5. Gino Bartali, Italia (1914 – 2000)
Scontroso, chiuso, in carriera ha dovuto fare i conti con due grandi ‘avversari’ che gli hanno tolto diverse vittorie: la sospensione causata dalla seconda guerra mondiale e il fenomenale Fausto Coppi che dapprima da gregario e poi da ‘avversario’, lo batté in diverse circostanze, dando vita ad una delle rivalità più entusiasmanti e note della storia.
Bartali vinse tre Giri e due Tour oltre svariate classiche. Memorabile è la Grande Boucle del 1948, attardato di oltre 20 minuti su Louison Bobet, aspetta le montagne per rifarsi e per giungere al traguardo parigino con un vantaggio altrettanto netto.
Nel ’43 rischia la vita trasportando nel tubo della propria bici 800 documenti falsi che serviranno all’espatrio di altrettanti ebrei.
4. Jacques Anquetil, Francia (1934 – 1987)
Vincitore di ben 5 Tour, Anquetil è stato il primo a vincere tutte e 3 le grandi corse a tappe, vinse in carriera anche due Giri e una Vuelta.
A cronometro fu semplicemente inarrestabile, capace di sbaragliare la concorrenza grazie a questa caratteristica unica ed in grado di vincere in più di un’occasione le grandi corse a tappe con distacchi minimi.
Particolarmente devoto allo Champagne ed alle donne, ebbe una relazione e un bambino dalla figlia della sua compagna Janine, a sua volta ex moglie del suo medico.
3. Bernard Hinault, Francia (1954)
Il podio di questa nostra classifica non può che cominciare con Bernard Hinault (recentemente inserito nella Hall Of Fame del Giro), primo a vincere tutte e 3 le più grandi corse a tappe (Tour, Giro e Vuelta) per ben 2 volte.

È stato uno dei ciclisti che più ha inciso sulla scena mondiale, conquistando un numero impressionante di vittorie: 5 Tour, 3 Giri e 2 Vuelta tra quelle a tappe, un mondiale su strada e numerose classiche.
Non aveva doti che lo facessero spiccare in una specialità, ma era un ottimo scalatore e si difendeva bene dappertutto. I suoi detrattori dicono che vinceva soprattutto perché non aveva avversari degni di nota, arrivò infatti quando le carriere di Binda e Merckx erano al capolinea e all’orizzonte gente come Lemdond e Indurain ancora troppo giovani.
2. Fausto Coppi, Italia (1919 – 1960)
Gradino più basso del podio, per il leggendario Coppi, capace di infiammare un’epoca, essere amato ovunque andasse e protagonista di una rivalità acerrima e arcinota, quella contro ‘ginaccio’ Bartali.

Oltre a trionfare 5 volte al Giro e 2 volte al Tour, vinse ben 10 classiche, rimasta celebre l’affermazione del radiocronista ad una Milano-Sanremo: “primo Fausto Coppi… e in attesa degli altri concorrenti trasmettiamo musica da ballo“, senza dimenticare un campionato del mondo su pista e il primato dell’ora.
Muore in maniera incredibile a causa della Malaria non diagnosticata, a soli 40 anni, lasciando un’eredità che ancora nessuno è stato in grado di raccogliere.
1. Eddy Merckx, Belgio (1945)
Ci sono poche certezze al mondo e una di queste è che Merckx sia stato il più forte ciclista di tutti i tempi, unanimemente riconosciuto tale, perché ha stabilito record, conquistato vittorie a ripetizione.

Ha lasciato ben poco ad avversari spesso anche molto forti, tra cui Gimondi, Thévenet, Zoetemelk, Poulidor, Adorni, è uno dei ciclisti con la più alta percentuale di vittorie rispetto alle gare a cui ha partecipato.
Leggere quanto abbia vinto sembra irreale, probabilmente irripetibile: cinque Tour de France, cinque Giri D’Italia, una Vuelta a España, ventinove classiche, un numero che da solo farebbe impallidire chiunque, tra cui sette Milano-Sanremo e cinque Liegi-Bastogne-Liegi, senza dimenticare il record dell’ora mantenuto per 28 anni, un giro di Svizzera e tre mondiali su strada, insomma in fatto di vittorie impareggiabile.
Se Merckx fu definito “il più forte ciclista di sempre” da Jacques Goddet, storico direttore e patron del Tour nonché fondatore de l’Equipe, l’appellativo che questi riservò a Coppi è quello di “più grande ciclista di sempre”, perché come ebbe a dire lo stesso cannibale durante un’intervista:
“Le vittorie di Coppi sono diventate romanzo, le mie cronaca”.


