La teoria dei marginal gains nel ciclismo e nella vita quotidiana
Cosa si può fare per incrementare delle prestazioni sportive che sembrano arrivate ai limiti delle capacità umane Esistono record in alcune discipline che resistono da numerosi anni o che vengono migliorati con notevoli difficoltà.
Cosa può fare dunque un’atleta che sia già al massimo delle proprie possibilità per tentare di abbassare i propri ‘personali’ e guadagnare secondi o centimetri a dispetto di quanto gli sforzi fatti in precedenza facciano supporre?
La scienza al servizio dello sport
Negli ultimi decenni la ricerca scientifica e la tecnologia applicate allo sport hanno fatto passi da gigante, mettendo a disposizione strumenti e pratiche agli atleti che erano preclusi a chi li aveva preceduti, basti pensare alle calzature tecniche utilizzate nell’atletica, ai telai, alle meccaniche, ai caschi in uso nel ciclismo, ai costumi creati per i nuotatori (ed in parte successivamente vietati perché eccessivamente performanti), senza dimenticare tecniche sofisticate di allenamento o regimi alimentari personalizzati.
Oggi però che i limiti sembrano essere stati raggiunti e le conquiste tecnologiche essere ad appannaggio di tutti, c’è ancora qualcosa che è possibile mettere in pratica per valicare determinate soglie fisiche, atletiche e mentali? Esiste la possibilità di miglioramenti talmente incisivi in grado di agire significativamente sulle prestazioni complessive dell’atleta?
La Teoria dei guadagni marginali
Una risposta a queste domande potrebbe essere la teoria dei Marginal Gains (guadagni marginali), fondata sull’assunto che molteplici miglioramenti incrementali, singolarmente trascurabili, nel loro complesso diano vita a progressi significativi.
Profeta e primo ad applicare tale teoria in ambito sportivo agonistico è Sir Dave Brailsford, direttore della federazione ciclistica britannica dal 2003 al 2014 e attuale general manager del Team Sky di ciclismo.
L’obiettivo di Brailsford fu quello di attuare miglioramenti, anche solo dell’1%, in una serie di specifici e circoscritti campi, spesso assolutamente trascurabili se presi isolatamente, come quello di eliminare polvere e sporco presenti sui tir che trasportavano le biciclette degli atleti, imporre l’uso di gel antibatterico per le mani ai corridori, ridisegnare il bus della squadra per facilitare comfort e recupero fisico, studiare il rapporto esistente tra intensità del riscaldamento e tempi di recupero, ecc.
Risultati sportivi eccezionali
In molti trovarono questo approccio quasi folkloristico, tuttavia i risultati sportivi diedero ragione a Brailsford: nel 2004 i britannici conquistarono due medaglie d’oro alle Olimpiadi, miglior risultato dal 1908, successi che preannunciarono i seguenti, sotto la sua direzione, infatti, le vittorie si sprecarono, strada, pista, mountain bike, BMX, i sudditi di Sua Maestà fecero razzie di mondiali e medaglie d’oro olimpiche.
Dal 2010 Brailsford divenne contemporaneamente manager del nascente team professionistico di ciclismo, SKY, i cui atleti di punta, Bradley Wiggins e Chris Froome, giunsero ben 4 volte primi ai Campi Elisi, dal 2012 al 2016, nella principale corsa a tappe del mondo, il Tour de France.
Quale futuro per il miglioramento delle prestazioni sportive?
Potrebbe dunque essere questo il futuro dello sport? Sviscerare ogni disciplina sportiva tanto da portarla ai minimi termini e provare poi ad agire su ognuno di essi per quanto banale ed insigniate possa apparire se preso singolarmente? In ambiti in cui gli interessi economici sono fortissimi ed il miglioramento (leale e lecito) delle prestazioni sportive energicamente inseguito, non è da escludere che questa teoria possa essere approfondita e divenire uno standard nel prossimo futuro.
Non solo ciclismo e sport
Ciò che è ancora più significativo è che essa sia stata già applicata in diversi ambienti extra sportivi, aviazione, educazione scolastica o in campo medico-ospedaliero, ad esempio, ove è sovente in gioco la vita delle persone e ove migliorare anche marginalmente un processo può significare fare la differenza tra vita o morte, i risultati ottenuti da un nosocomio statunitense nello stato di Washington sono stati più che incoraggianti.
Staremo a vedere quale futuro sarà riservato a questa rivoluzionaria ed efficace teoria, l’inizio ad ogni modo, è più che incoraggiante.