L’ultima di A in 10 punti
L’abbuffata pre-pasquale lascia sentenze e verdetti. La Juventus mette in ghiaccio lo scudetto, forte di otto punti di vantaggio sulla Roma che non va oltre il pari contro l’Atalanta all’Olimpico.
Il Napoli riaccende la corsa al secondo posto, l’Empoli – vittorioso finalmente a Firenze – spegne quella per la salvezza. Il primo derby tutto cinese di Milano regala – rigorosamente all’ora di pranzo – un pirotecnico 2-2 coi rossoneri che riacciuffano i cugini al minuto 97 con Zapata.
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BEFFA INTER
L’Inter si fa beffare all’ultimo respiro nel cino-derby dell’ora di pranzo. I nerazzurri si fanno rimontare il doppio vantaggio e concedono due gol da calcio piazzato ai rossoneri. Disastrosa la gestione nel secondo tempo così come la scelta – scellerata – di Pioli di togliere Joao Mario, unico vero palleggiatore e gestore del minutaggio.
Pioli deve fare il mea culpa per un’enorme occasione buttata sia in termini di prestigio – vincere questo derby avrebbe significato moltissimo mediaticamente – sia per la classifica.
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CUORE MILAN
È un pari che inevitabilmente vale la vittoria per i ragazzi di Montella. I rossoneri si dimostrano per l’ennesima volta una squadra con poco talento e tanto tanto cuore: il Milan non muore mai e acciuffa un pari miracoloso andando a segno coi due difensori centrali.
I problemi – e i limiti – restano molti ed evidenti a cominciare da un centrocampo di infima qualità tecnica (Sosa, Kucka e Mati Fernandez) per arrivare a un Bacco sempre più estraniato dal contesto. Un punto d’oro, dunque, che evita il sorpasso dei cugini e mantiene i rossoneri in piena corsa-Europa.
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SCUDETTO JUVE
Non che fosse mai stato in vera discussione, ma con l’agile vittoria a Pescara e il contestuale pari della Roma, la Juventus può mettere ufficiosamente in ghiaccio il sesto scudetto consecutivo.
Allegri non transige cali di concentrazione si presenta a Pescara con l’attacco titolare: ai campioni d’Italia basta un tempo con la più facile delle doppiette di Higuain (quota 23 in campionato) per archiviare la pratica e volare a +8. Unica pecca la botta rimediata da Dybala che, tuttavia, non dovrebbe rappresentare qualcosa di grave.
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STOP ROMA
È la Roma la delusa della trentaduesima giornata: i giallorossi impattano all’Olimpico contro l’Atalanta priva del Papu Gomez, perdono definitivamente le ultime chance di restare in scia della Juventus e, soprattutto, devono guardarsi le spalle dal Napoli per il secondo posto.
I ragazzi di Spalletti regalano, in buona sostanza, l’intero primo tempo e nella ripresa non riescono ad andare oltre al pari firmato dal solito Dzeko (sono 25 in campionato). I giallorossi devono mestamente chinare il capo e arrendersi per la corsa-scudetto, una resa paradossale scorgendo i numeri: 14 vittorie casalinghe su 16 partite, 70 gol fatti per una differenza reti di +43, appena una lunghezza in meno della Juve. La Roma è una squadra da titolo, ma purtroppo per loro ci sono i bianconeri.
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SEGNALI ATALANTA
Pareggiare in casa col Sassuolo mentre la Lazio perde a Napoli e l’Inter a Crotone. Pareggiare a Roma – senza il Papu Gomez e Spinazzola – mentre la Lazio pareggia a Genova e Milan e Inter si spartiscono un punto a testa. Se non sono segnali questi… Gli orobici sono sempre più padroni del proprio destino.
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NAPOLI IN RIALZO
Aiutati dall’arresto della Roma, i ragazzi di Sarri si rifanno sotto per la corsa al secondo posto dopo aver blindato la settimana scorsa la qualificazione alla Champions. Il Napoli impiega un tempo per piegare le resistenze di un’ottima Udinese e poi dilagano.
Apre Mertens, chiude Callejon, in mezzo il gol dell’ex Allan. Fanno 75 gol spalmati in 32 gare (2.34 a partita di media), undici più della Juve, tanti quasi – tuttavia – i punti in meno in classifica. Il duello ai giallorossi potrebbe animare le ultime sei di campionato: la Roma conserva due punti a cui deve aggiungersi lo scontro diretto favorevole (1-3 al San Paolo, 1-2 all’Olimpico), ma ha un calendario peggiore con un tremendo trittico dove affronterà consecutivamente Lazio, Milan e Juve.
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COLPO EMPOLI
I toscani finalmente si destano dal torpore e trovano una vittoria che mancava da una vita al Franchi di Firenze. Il rigore vincente di Pasqual al minuto 93 risolleva l’Empoli e, contestualmente, rispegne la lotta-salvezza accesa dal clamoroso successo del Crotone contro l’Inter.
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LAZIO SEMAFORO GIALLO
Dopo il k.o. casalingo col Napoli, la Lazio impatta a Genova con un Grifone che stoppa l’emorragia di sconfitte (quattro di fila) anche grazie al ritorno di Juric in panchina. I danni sono contenuti perché anche le dirette concorrenti hanno tirato il freno e i biancocelesti mantengono momentaneamente la quarta piazza, ma la sensazione è che al momento Atalanta e Milan abbiano qualcosa in più e che la Lazio debba guardarsi alle spalle.
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IL CAMPIONATO DEI BOMBER
Erano diverse stagioni che la Serie A non conosceva un valzer di centravanti così proficuo. In cima alla classifica dei cannonieri i bomber più forti del campionato continuano a segnare in modo pressoché implacabile animando una lotta entusiasmante anche se secondaria ovviamente.
Dzeko e Belotti comandano a 25, Higuain accorcia con la doppietta a Pescara a quota 23, segnano anche Icardi e Mertens entrambi sopra la soglia-20. Sarebbe bello se a prevalere fosse un attaccante italiano, nel caso specifico Belotti, in particolar modo perché l’impresa riuscirebbe con la maglia del Toro, non proprio una delle superpotenze di A.
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L’ADDIO DI BERLUSCONI
Inutile nascondersi, centra poco col corso del campionato ma l’addio ufficializzato in settimana di Silvio Berlusconi dalla presidenza del Milan è l’evento della settimana. Tifosi e appassionati hanno avuto mesi per abituarsi all’idea di un Milan senza Berlusconi, di una Milano calcistica in mano ai soldi cinesi, ma un conto è sapere che una cosa accadrà, un altro è vederla realizzata.
Il Cavaliere lascia dopo 31 anni e 29 trofei, dopo aver rivoluzionato il calcio con le vittorie ma anche col gioco, dopo aver portato al massimo livello il Milan in Europa e nel mondo. Con l’addio di Berlusconi, preceduto di poco da quello di Massimo Moratti e prima ancora di Sensi, si chiude idealmente un’era.
L’ex patron rossonero ha detto che una famiglia non può più sostenere le spese necessarie a rendere competitivo un club nel 2017, ma probabilmente i capitali esteri non saranno in grado di scaldare i cuori dei tifosi come figure storiche quali appunto Moratti e Berlusconi.


