Maradona: le 5 partite più importanti della sua carriera
Pur non essendo il più vincente, né il più prolifico, pur non essendo stato un esempio fuori dal campo, Diego Armando Maradona da Lanús, Buenos Aires, è il più grande di tutti. Mai nessuno come lui.
Voglia di emergere
Cresciuto nella più totale povertà delle baraccopoli di Villa Fiorito, una zona suburbana della capitale argentina, ha incarnato la possibilità di riscatto sociale e di ribellioni alle oppressioni. Per questo, è diventato uno dei simboli che più hanno permeato la storia e la cultura recenti argentine, lasciando una traccia imperitura a Napoli, città dove ha giocato e conquistato trofei nazionali ed internazionali.
Da bambino aveva dichiarato ad una TV nazionale:
“Ho 2 sogni, il primo è giocare un mondiale, il secondo è vincerlo.”
Aveva le idee chiare El Diez, fin dalla tenera età.
Chi lo aveva visto giocare si rendeva conto immediatamente di essere al cospetto di una entità ‘soprannaturale’, di un calciatore come pochi. Francisco Cornejo, grande scopritore di talenti e suo primo allenatore, aveva dichiarato che Maradona non si scopre, che Diego fosse un dono di Dio e che andasse solo coltivato.
Ha giocato numerose partite memorabili nella sua carriera, sia per le giocate individuali quasi irripetibili, sia per il valore di quelle stesse partite.
Qui vogliamo analizzare le 5 più importanti.
Il debutto
Nel 1976, a soli 15 anni e 355 giorni, debutta nel massimo campionato argentino, record che, per ironia della sorte, gli sarà tolto molti anni più tardi da Sergio Agüero, suo futuro ed oggi ormai ex genero.
L’Arentinos Junior perderà 1-0 quella partita, ma i fortunati quel giorno a Talleres de Córdoba ammirarono un fuoriclasse. Entrò dalla panchina e immediatamente, come il suo allenatore gli aveva suggerito, fece impazzire il diretto marcatore.
Il gol del secolo
E’ a detta di molti osservatori il gol più bello di tutti i tempi, soprattutto per l’importanza capitale che rivestì in quella partita e quella partita in quel Mondiale di calcio.
È il 22 giugno 1986, quarti di finale della Coppa del Mondo, allo Stadio Azteca di Città del Messico.
Maradona prende palla nella propria metà campo, percorre circa 60 metri palla al piede, cimentandosi in una serie di giocate e dribbling ubriacanti fino all’epilogo, la segnatura del 2-0, nonostante il vano intervento del portiere inglese Shilton e del tentativo di recupero di un difensore da tergo.
Quest il testo esatto, rimasto nella storia, del telecronista uruguaiano Victor Hugo Morales, divenuto famoso per le vibranti parole:
« … la tocca per Diego, ecco, ce l’ha Maradona. Lo marcano in due, tocca la palla Maradona, avanza sulla destra il genio del calcio mondiale. Può toccarla per Burruchaga.. sempre Maradona.. genio, genio, genio.. c’è, c’è, c’è… goooooooooool… voglio piangere.. Dio Santo, viva il calcio.. golaaaaaazooo.. Diegooooooool.. Maradona.. c’è da piangere, scusatemi.. Maradona in una corsa memorabile, la giocata migliore di tutti i tempi.. aquilone cosmico.. Da che pianeta sei venuto ?, per lasciare lungo la strada così tanti inglesi ? Perché il Paese sia un pugno chiuso che esulta per l’Argentina.. Argentina 2, Inghilterra 0.. Diegol, Diegol, Diego Armando Maradona… Grazie, Dio, per il calcio, per Maradona, per queste lacrime, per questo Argentina 2, Inghilterra 0. »
La Coppa del Mondo
Ancora Stadio Azteca, è il 29 giugno 1986, finale mondiale Argentina-Germania Ovest.
Maradona è l’unica stella di una squadra dignitosa. La Germania, solida, ostinata, dura a morire e zeppa di campioni (Karl-Heinz Rummenigge, Rudi Völler, Lothar Matthaus, Hans-Peter Briegel su tutti).
Maradona appare piuttosto spento, molto lontano da quel fenomeno capace di decidere le partite più importanti. In quella memorabile finale non segnerà, ma a 6’ dalla fine, è suo l’assist che mette Burruchaga a tu per tu con il portiere teutonico Schumacher. Ciò significherà 3-2 per l’Argentina e vittoria della Coppa Del Mondo.
Lo Scudetto
Prelevato dal Barcellona per una cifra record, 13 miliardi di lire, Maradona fu accolto a Napoli con smisurate speranze e da circa 80mila spettatori al San Paolo.
I primi anni a Napoli, tuttavia, non furono entusiasmanti sotto il profilo dei risultati sportivi, ma la squadra cresceva attorno a quel genio e l’impensabile, per una società molto lontana dall’andare vicino alla vittoria di un titolo in tutta la sua sessantennale storia, finalmente si avverò.
Era il 10 Maggio del 1987, per i napoletani data scolpita nella memoria, Napoli-Fiorentina 1-1 (primo gol in serie A di un giovanissimo Roberto Baggio).
È difficile capire per chi non sia napoletano, per chi non si sia mai sentito inferiore e discriminato, cosa abbia significato quella partita e il risultato conseguito, un riscatto morale e sociale prima che sportivo, un’epopea di un popolo intero stretto attorno al suo D10s.
Il grande trofeo internazionale
Il Napoli di Maradona era cresciuto anche a livello internazionale. Una galoppata straordinaria quella del 1988/89, che portò gli azzurri alla finale di Coppa Uefa (una manifestazione molto ambita all’epoca, in cui solo le squadre vincenti dei campionati potevano partecipare). Gli azzurri eliminarono l’odiata Juventus dopo un’epica rimonta e il temibilissimo Bayern Monaco.
Rimasto agli annali il riscaldamento di Diego all’Olympiastadion prima della semifinale contro i tedeschi, la camera segue Diego che dà spettacolo sulle note di Live Is Life.
Siamo dunque alla finale di ritorno a Stoccarda, è il 17 Maggio 1989, all’andata era finita, in rimonta, 2-1 per il Napoli, risultato che lascia margini per qualsiasi epilogo.
Un gol di Alemão e due segnature di Ferrara e Careca, entrambe su assist geniali di Maradona, portano il Napoli sul 3-1 (pareggio momentaneo del grande Jürgen Klinsmann). Nel finale un Napoli rilassato concede due ininfluenti segnature ai tedeschi che fissano il risultato sul 3-3.
Il Napoli vince la sua prima Coppa Uefa, che segna anche l’inizio di una serie di trionfi internazionali per l’Italia.
Diego resterà nella città partenopea il tempo per vincere un secondo scudetto nel 1990, anche se la sua leggenda è ormai già a questo punto inarrestabile.
Un genio che ha segnato per sempre il calcio mondiale
Diego ha segnato in carriera tanti gol stupendi, alcuni geniali, ma c’è un gol su tutti che vorremmo segnalare, perché si tratta di qualcosa che va al di là delle leggi della fisica, qualcosa che non si è mai più visto su un campo di calcio.
Stiamo parlando della ‘punizione divina’ che mise a segno il 3 Novembre 1985, durante un Napoli-Juventus.
Quello è probabilmente l’inizio di tutto, da lì in poi la stella calcistica di Diego Armando Maradona da Lanús non smetterà più di brillare.


