La corsa del Veneto verso i Mondiali del 2020
La corsa è ancora lunghissima, ma sempre entusiasmante. E’ iniziata lo scorso settembre al CosmoBikeShow di Verona, solo poche settimane fa il gruppone ha scavallato la montagna più insidiosa, e ora la strada è tutta in discesa, in vista dello sprint finale che sarà tra 5 mesi, ai campionati mondiali di Bergen 2017.
In quella sede infatti si assegneranno anche i Mondiali del 2020, e il Veneto spera di arrivare al traguardo con le braccia alzate. Gli avversari da battere sono agguerritissimi, e tutti Paesi di grande tradizione ciclistica: c’è da battere l’Olanda, la Colombia e l’Australia.
La corsa del comitato organizzatore Veneto 2020 è partita esattamente un anno prima dell’annuncio finale, con la presentazione di un progetto ambizioso: far partire la gara regina del mondiale, quella d’elite maschile, dalla iconica piazza San Marco a Venezia, e poi snodare i diversi circuiti (sono 12 in tutto le prove iridate, tra maschili e femminili, pro e juniores, in linea o a cronometro) in modo da toccare tutte i sette capoluoghi del Veneto, per una offerta notevole sia dal punto di vista tecnico che paesaggistico e culturale.
Tracciati suggestivi e impegnativi

Basti pensare ai primi 80 chilometri tracciati per la gara maschile: un tratto interamente pianeggiante tra Venezia e il circuito finale del Palladio, che passa da Santa Maria di Sala e attraversa la Riviera del Brenta, andando a toccare alcune delle più suggestive ville venete che fanno parte del patrimonio storico e culturale di queste zone.
Ottanta chilometri al termine dei quali i corridori entreranno poi nel vicentino andando a imboccare il circuito finale, caratterizzato dalla salita di Monte Berico, da “La Rotonda” di Andrea Palladio. Senza dimenticare Padova, che sarà invece teatro con Prato della Valle, la più grande piazza italiana, della partenza della prova a cronometro.


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Una sinergia tra sport, politica e managerialità
Percorsi e scenografie che, sperano gli organizzatori (il comitato promotore è composto dal presidente Claudio Pasqualin, dal vice Moreno Nicoletti, dal consigliere Alessandro Belluscio e, in veste di consulente, da Angelo Zomegnan) avranno colpito la delegazione tecnica dell’Unione Ciclistica Internazionale che a fine marzo hanno trascorso tre giorni in Veneto per dedicarsi a sopralluoghi: in ballo nella visita dell’Uci ovviamente anche tutte le questioni logistiche e organizzative, che hanno comportato incontri istituzionali al Comune di Venezia e in Regione.
Regione che ha scelto di sostenere la presentazione della candidatura “riconoscendo il valore di tale iniziativa non soltanto per l’evidente aspetto del prestigio sportivo, ma anche per la visibilità internazionale e la ricaduta economica e turistica sul territorio del Veneto che il progetto prevede” come recita la delibera pubblicata dalla Giunta regionale.

Ora il più è fatto: la decisione finale spetta all’Uci, che ha raccolto tutte le carte e avrà tempo fino al prossimo settembre per studiarle ed esprimersi. Ma, ha spiegato sin dall’inizio Claudio Pasqualin, “siamo ottimisti e fiduciosi, il progetto è in una fase avanzata, abbiamo messo a punto un dossier di alto livello ed è giusto e doveroso essere ottimisti. Non sarà facile, ma ora puntiamo determinati al traguardo di Bergen”.


